L’ Enterprise Mobility cresce: le aziende italiane hanno pianificato una spesa complessiva di circa 200 milioni di euro

L’ Enterprise Mobility cresce: le aziende italiane hanno pianificato una spesa complessiva di circa 200 milioni di euro

Smartphone e tablet continuano a crescere. Basta guardarsi intorno. Prezzi sempre più bassi, formati sempre nuovi. Anche per il business.

L’enterprise mobility cresce fortemente: le aziende italiane hanno pianificato una spesa complessiva di circa 200 milioni di euro suddivisa in 50 milioni per la parte software e 150 per i servizi. Fotografia che ci arriva da IDC durante il Mobility Forum 2014 di Milano.

Come sempre a noi piace parlare di smartworking. Abbiamo trovato un nuovo concetto che riteniamo calzi molto bene e di cui vogliamo parlarvi.

Work-life balance. In Europa se ne parla da tempo. In Italia meno, ma c’è. E’ l’equilibrio (instabile?) tra la vita lavorativa e quella personale. Equilibrio che già lascia il posto a un altro concetto che sempre più prende piede: il work-life blend.

Difficile. Work-life blend vuol dire “amalgamare” la vita lavorativa con quella personale.

9 italiani su 10 sovrappongono costantemente le due sfere, dedicandosi a faccende personali durante l’orario lavorativo e svolgendo, di contro, attività lavorative nel tempo libero. Come sempre, spesso questo vale per le donne, ma non sempre. Spesso vale per le donne che lavorano in modo smart, ma non sempre.

Ciò è legato, in particolare, allo sviluppo di nuove competenze e abitudini sull’utilizzo dei dispositivi mobili, usati dai cosiddetti “lavoratori hacker” indipendentemente da – o nonostante – specifiche policy aziendali, sollevando notevoli rischi nell’ambito della sicurezza dei dati. Questo quanto emerso da una recente ricerca commissionata da Samsung su 4.500 persone in 7 Paesi europei (Italia, Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna, Belgio e Olanda).

Incredibile, ma vero: secondo i risultati della ricerca, in Europa sono proprio gli italiani a sovrapporre maggiormente vita privata e lavoro: il 90% di loro (contro il 77% della media europea) si dedica a compiti professionali al di fuori dell’orario d’ufficio, mentre l’86% (contro il 75% della media europea) svolge attività personali sul posto di lavoro. In particolare, il 69% di chi si dedica alla propria sfera privata in ufficio passa fino a mezz’ora al giorno pagando bollette o consultando la propria banca online, mentre il 50% di chi lavora durante il tempo libero lo fa impiegando a questo scopo circa 45 minuti ogni giorno prima dell’orario ufficiale.

Ecco, magari questo articolo non condividiamolo troppo con il capo o, diversamente, cerchiamo di spiegarlo.

A detta degli italiani, quest’abitudine costituisce un vantaggio: mentre il 43% dichiara di riuscire, così, a gestire meglio gli impegni personali, quasi la metà degli italiani (48%) afferma di poter svolgere una maggiore quantità di lavoro nel medesimo arco di tempo.

Molto più semplicemente, il 34% considera il work-life blend un modo per ridurre lo stress.

L’orario di lavoro è autogestito, le modalità anche. Gli strumenti che utilizziamo sono fondamentali per questo. C’è stata un’evoluzione epocale in questi ultimi anni.

I dispositivi mobili svolgono un ruolo chiave. La metà degli italiani (49%) utilizza, infatti, il proprio smartphone personale anche a scopo lavorativo, mentre il 32% usa, al contrario, lo smartphone del lavoro anche nella vita privata. Non stupisce, quindi, il fatto che in Italia si abbiano in media 11 app personali – come Facebook, Whatsapp o Candy Crush – sui propri smartphone di lavoro e 9 app tipicamente professionali – come, ad esempio, Microsoft Outlook o Lync – sugli smartphone personali.

L’Enterprise Mobility aumenta la complessità e le aziende devono rinunciare all’ossessione del controllo se vogliono mantenere il comando. Le sfide maggiormente sentite dalle aziende restano legate alla sicurezza: la protezione dei dati e delle reti aziendali, insieme alla gestione del parco dei device. Segue l’integrazione nelle infrastrutture IT esistenti e la predisposizione di policy per l’utilizzo dei device.

Noi abbiamo una nostra visione anche su questo tema. Ne abbiamo già parlato nell’articolo BYOD o LYOD. Aggiungiamo un piccolo spunto: MICROSOFT AZURE.

Chiedeteci come.

<div class="next-prev-posts"> </div>Share on linkedin
Linkedin
0
Share on twitter
Twitter
Share on facebook
Facebook
0
Share on google
Google

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *